Un nuovo programma governativo mira a incoraggiare i fornitori di servizi Internet (ISP) a offrire tariffe più basse ai clienti a basso reddito, distribuendo fondi federali tra gli Stati. L'unico problema è che gli ISP non vogliono offrire le tariffe proposte.
Ars Technica ha ricevuto una lettera al Segretario al Commercio degli Stati Uniti Gina Raimondo firmata da più di 30 gruppi commerciali del settore della banda larga, tra cui ACA Connects e la Fiber Broadband Association, oltre che da diverse organizzazioni governative. La lettera esprime un "senso di preoccupazione e urgenza" riguardo alla loro capacità di partecipare al programma Broadband Equity, Access and Deployment (BEAD). Secondo la National Telecommunications and Information Administration (NTIA), il programma BEAD, di recente creazione, fornisce oltre 42 miliardi di dollari di finanziamenti federali per "espandere l'accesso a Internet ad alta velocità finanziando programmi di pianificazione, infrastruttura, diffusione e acquisizione" negli Stati.
Il denaro andrà prima all'NTIA e poi sarà distribuito agli Stati dopo che questi avranno ricevuto l'approvazione dall'NTIA per offrire un'opzione di Internet a banda larga a basso costo. La lettera del settore ISP sostiene che un canone fisso di 30 dollari al mese per l'accesso a Internet ad alta velocità è "completamente avulso dalla realtà economica della costruzione e della gestione delle reti nelle aree più costose e più difficili da raggiungere".
La lettera sollecita l'NTIA a rivedere le tariffe precedentemente proposte o approvate per i servizi a basso costo. Ventisei Stati hanno completato tutte le fasi del programma BEAD.
Gli americani pagano in media 89 dollari al mese per l'accesso a Internet. Secondo un sondaggio di U.S. News and World Report, il New Jersey è in cima alla lista con 126 dollari al mese. Secondo uno studio del 2021 del Pew Research Center, il 57% delle famiglie con un reddito annuo pari o inferiore a 30.000 dollari dispone di una connessione a banda larga.